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Dante's Inferno è un videogioco di genere horror pubblicato per PlayStation 3 e Xbox 360 il 5 febbraio 2010 e per PlayStation Portable il 26 febbraio. È stato sviluppato da Visceral Games per PS3 e Xbox e da Behaviour Interactive per PSP; nel corso del 2010 uscì una versione del gioco anche su Facebook.

Dante's Inferno
videogioco
PiattaformaPlayStation 3, Xbox 360, PlayStation Portable
Data di pubblicazionePS3, Xbox:
5 febbraio 2010

PSP:
26 febbraio 2010

GenereAvventura dinamica, Hack and slash
TemaHorror
OrigineStati Uniti
SviluppoVisceral Games (PS3 e X360), Behaviour Interactive (PSP)
PubblicazioneElectronic Arts
MusicheGarry Schyman
Modalità di giocoGiocatore singolo, multigiocatore (a pagamento)
Periferiche di inputSixaxis o DualShock 3, Controller Wireless, gamepad, tastiera e mouse
SupportoBlu-ray Disc, DVD-ROM e UMD
Fascia di etàPEGI: 18
Espansioni
  • Foresta Oscura
  • Prove di Santa Lucia
Logo ufficiale

È ispirato molto liberamente alla prima cantica della Divina Commedia[1][2][3] e vede come protagonista Dante, un veterano della Terza crociata che cerca di salvare l'anima della sua amata Beatrice da Lucifero attraversando i terribili gironi infernali e facendo ammenda dei suoi peccati.


Trama


Dante si sta cucendo una croce nel suo stesso petto, mentre si trova in una selva oscura, e grida dal dolore quando l'ultimo ricamo è finito. La seta, immediatamente, inizia a mostrare dei flashback sulla sua vita.

Nel primo flashback, Dante e i suoi compagni crociati ricevono l'ordine di Riccardo I d'Inghilterra, di custodire tremila prigionieri arabi, catturati nella città di Acri (da utilizzare come merce di scambio, per la restituzione della Vera Croce, posseduta da Saladino). Dante non accetta l'ordine e massacra i prigionieri. Successivamente, viene pugnalato alle spalle da un arabo e muore. Subito dopo, appare la Morte. Dante, però, rifiuta la dannazione eterna e, in un atto di coraggio, combatte e sconfigge la Morte stessa, impadronendosi della sua Falce.

Tornato a Firenze, scopre che sia Beatrice che suo padre sono morti. In quel momento, appare l'anima della donna, che dopo aver rivelato a Dante di essere stata dannata per causa sua, viene rapita da Lucifero. Disperato, Dante chiede aiuto alla croce (che gli fu donata proprio da Beatrice); in quel momento, inizia un altro flashback, in cui l'uomo giura eterna fedeltà alla donna che, per riconoscenza, gli dona la propria croce.

Terminato il flashback, Dante trasforma la croce in un'arma mistica e, contemporaneamente, la chiesa crolla su sé stessa, facendo apparire l'Inferno. Entrato nell'Inferno, Dante incontra lo spirito di Virgilio che gli dona la sua prima magia (il Cammino di Virtù). Dante per mezzo della magia riesce ad aprire il gigantesco portone e si getta nelle profondità della Città Dolente[4].

Dante inizia la sua discesa sulle rive dell'Inferno dove incontra gli ignavi e le anime appena dannate costrette a salire a bordo del grande traghetto di Caronte. Dante costringe Caronte a fargli attraversare il fiume Acheronte. Dopo questo, Caronte viene distrutto quando Dante gli strappa la testa. Dopo essere arrivato al Limbo, Dante affronta il serpentino Giudice dei Dannati, il re Minosse. Dopo che Minosse nega a Dante il passaggio all'Inferno, Dante lo combatte e lo uccide. Dante entra quindi nel secondo cerchio, dei lussuriosi, dove entra nella Torre Carnale per trovare Beatrice, la cui anima viene lentamente corrotta in un succube da Lucifero, che le rivela anche che Dante ha rotto i suoi voti a Beatrice, andando a letto con una donna prigioniera ad Acri, poiché la donna si è offerta di fare sesso con lui in cambio di risparmiare la vita del suo "fratello". Raggiungendo la cima della torre, Dante affronta e uccide la gigantesca regina Cleopatra e il suo amante Marco Antonio. Nel terzo cerchio dei golosi, Dante uccide il suo guardiano, il "Grande Verme" Cerbero. È qui che Lucifero mostra a Dante come Beatrice e suo padre Alighiero incontrarono la loro fine, venendo entrambi uccisi dall'assassino di Acri, rivelatosi essere il marito, non il fratello come lei sosteneva, della prigioniera con cui Dante andò a letto.

Nel quarto cerchio, degli avidi, Dante incontra l'anima fortemente deformata di suo padre Alighiero. Dopo aver superato gli enigmi di Pluto, il caduto dio della ricchezza, Dante sconfigge Alighiero e lo assolve. Nel quinto cerchio, Ira, Dante inizia a galleggiare attraverso il vile fiume Stige su quella che sembra essere una piattaforma galleggiante. Raggiunta l'altra sponda, però, la piattaforma è in realtà la cima della testa del gigantesco demone di fuoco Flegias che attacca Dante. Superatolo, Lucifero appare davanti a Dante con Beatrice che, col cuore spezzato dai tradimenti di Dante, si concede volentieri a Lucifero mangiando il frutto proibito. Dante cavalca in cima a Flegias e lo comanda per abbattere le mura della città di Dite e arriva al sesto cerchio, l'Eresia. Oltre si trova il settimo cerchio, la Violenza, che comprende il Flegetonte e il Bosco dei Suicidi. All'interno del bosco Dante incontra sua madre Bella. Egli si rattrista profondamente e si infuria, essendogli stato detto da bambino che lei è morta di malattia ma in realtà si è impiccata a causa della crudeltà del padre. Assolvendola dal suo peccato, prosegue oltre il bosco verso le Abominevoli Sabbie per i violenti contro Dio, dove Dante incontra anche il suo ex compagno Crociato e futuro cognato Francesco, che ora è una versione orribilmente sfigurata del suo vecchio sé e desidera vendicarsi contro Dante per il suo stato d'essere. Dopo aver sconfitto Francesco, Dante lo assolve e scende nell'ottavo cerchio, quello dei fraudolenti.

Prima che Dante possa raggiungere Lucifero, Beatrice lo sottopone alle sfide dei dieci stadi delle Malebolge, ognuno dei quali raffigura i truffatori nel corso della storia, dai semplici ladri ai falsi papi. All'ingresso del nono e ultimo cerchio, Tradimento, Dante insiste con Beatrice che ha affrontato tutti i suoi peccati. Beatrice gli ricorda che ha massacrato i prigionieri saraceni per rabbia e che Francesco è morto prendendosi la colpa. Rendendosi conto di aver peccato oltre la redenzione, Dante ammette che il suo posto è all'Inferno e chiede a Beatrice di perdonarlo. Questo atto di supremo sacrificio annulla la trasformazione di Beatrice e la restituisce al suo antico io. Mentre Dante guarda, l'Arcangelo Gabriele scende dal cielo e porta via l'anima di Beatrice, promettendo a Dante che rivedrà Beatrice e che la sua redenzione è vicina.

Dopo essersi avventurato nel gelido regno del Tradimento ed essere arrivato al lago Cocito, Dante affronta finalmente Lucifero stesso, un enorme demone a tre facce incatenato all'interno del lago ghiacciato. Dopo aver sconfitto il demone gigante, Lucifero rivela che diverse enormi catene che Dante aveva distrutto per procedere erano le Catene della Giudecca, che lo tenevano imprigionato nel lago Cocito e nel corpo del gigantesco demone a tre teste. Lucifero rivela di aver semplicemente usato Beatrice come esca per indurre Dante a rompere le catene e liberarlo. Lucifero emerge dal mostro gigante nella sua vera forma, un mostro cornuto e satiro, e combatte Dante. Dopo una lunga lotta, Dante riesce a sconfiggere Lucifero e lo impala sulla Falce della Morte. Prima che Dante possa attaccare di nuovo, Lucifero evoca la visione dell'assassino che pugnala Dante ad Acri; ciò lo fa crollare a terra. Dante è inorridito nel rendersi conto che è stato effettivamente ucciso e quindi non può lasciare l'Inferno, che è vietato da Dio. Lucifero rivela allegramente che, ora libero, risorgerà dall'Inferno, rovescerà Dio e si impadronirà del Paradiso, eliminando per sempre tutto ciò che è buono dall'universo. Ma Dante, con l'aiuto delle anime che ha guadagnato attraverso le sue prove, si assolve e imprigiona ancora una volta Lucifero nelle profondità del ghiaccio.

Dante viene quindi portato nel Purgatorio, dove vede sé stesso vicino al monte Purgatorio con l'anima di Beatrice che lo aspetta in Paradiso. Si strappa quindi la croce cucita dal petto e se ne va con l'anima di Beatrice. Mentre il tessuto strappato si trasforma in un serpente che striscia via, l'ossessionante risata di Lucifero riecheggia per l'ultima volta, implicando che il serpente è la sua manifestazione e che Lucifero attende la sua vendetta o che sarà distrutto solo fino al Giudizio universale.


Modalità di gioco


Il gioco si presenta con un gameplay molto simile a God of War. È possibile eseguire le combo tipiche degli Hack and slash, alternando attacchi leggeri ad attacchi pesanti, oppure utilizzando le Croci di Beatrice per colpire dalla distanza.

Con il proseguire dell'avventura in base a quante anime sono state condannate e a quante assolte, Dante potrà sviluppare i propri potenziamenti seguendo un albero di abilità. In diverse sezioni del gioco è possibile controllare alcune bestie infernali per aprire cancelli oppure per eliminare i nemici.


Personaggi principali



Dante Alighieri


«Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura che la diritta via era smarrita

Nato a Firenze, da Alighiero e Bella Alighieri, crebbe tra l'amore della madre e la crudeltà del padre, ma il suo passato è sconosciuto. Si innamorò di Beatrice Portinari e iniziò una serena relazione con lei. Come la sua amata, anche Dante ha una forte fede cristiana e, infatti, partecipò come Crociato, alla Terza Crociata.

Prima di partire per la guerra, Dante promise a Beatrice sia di esserle sempre fedele (non andando mai con nessun'altra donna, oltre a lei) che di proteggere il fratello della donna, Francesco (migliore amico di Dante e suo compagno nella Crociata). Dopo aver, tuttavia, ricevuto una falsa assoluzione (per ogni futuro crimine che avrebbe compiuto in Terra Santa), dal vescovo di Firenze, Dante si convinse di essere benedetto da Dio e, pertanto (dopo essere giunto in Terra Santa), non si fece alcun problema a spargere sangue, sia dei soldati che dei civili nemici. A causa degli orrori della guerra, l'anima di Dante si corruppe: oltre a compiere diverse carneficine, giacque anche con una schiava araba (infrangendo la promessa di fedeltà, fatta a Beatrice) e lasciò che Francesco si prendesse la colpa dei suoi crimini, venendo, di conseguenza, giustiziato (infrangendo anche, la promessa di proteggerlo).

Il prezzo dei peccati compiuti da Dante, arrivò presto: durante l'ennesima carneficina, venne pugnalato a morte, alle spalle, da un soldato arabo, ritrovandosi davanti alla Morte. Davanti alla rivelazione che è giunta per condurlo all'Inferno, Dante obietta che il vescovo aveva garantito la piena assoluzione per tutti i peccati ma la Morte, gli risponde che il vescovo non possiede un simile potere. Sconvolto dalla rivelazione, e rifiutando la Dannazione Eterna, Dante affronta e sconfigge la Morte (impadronendosi della sua Falce, che userà come arma principale) per poi tornare a Firenze, dalla sua amata Beatrice ma, tornato a casa, scopre che è morta. Davanti al suo cadavere appaiono, però, l'anima della donna (insieme all'ombra di Lucifero), che rivela al Crociato, di essersi concessa al signore dell'Inferno. Infatti (all'insaputa di Dante), anche Beatrice aveva fatto una promessa: quella di concedersi a Lucifero, se Dante non avesse rispettato le due promesse e, dato che questo è successo, Beatrice sarà ora sua (per l'eternità) e, subito dopo, sprofonda nell'Inferno.

Immediatamente, Dante scende, a sua volta, nell'Inferno, deciso a riavere la sua amata. Durante la sua personale guerra contro l'Inferno e i suoi abitanti, il Crociato mostra sempre una volontà indomabile: niente (per quanto duro e crudele sia) lo farà mai arrendere. Nemmeno la scoperta che Beatrice è diventata la sposa di Lucifero e la Regina dell'Inferno, lo fa desistere fino a quando, la sua amata non lo mette di fronte al suo peccato più grave: l'aver lasciato morire Francesco. Solo a quel punto, Dante si arrende e afferma che il suo posto è all'Inferno ma che quello della donna, è al Paradiso. Colpita da quelle parole (e, soprattutto, dal fatto che Dante conservi ancora la croce che gli aveva donato, per sancire la loro promessa), Beatrice accetta di farsi assolvere e, istantaneamente, un angelo scende all'Inferno per portarla in Paradiso.

Prima di andarsene, l'angelo dice a Dante, che rivedrà presto la sua amata e di non arrendersi perché la battaglia che sta affrontando, è molto più importante di quanto lui non creda. Fortificato dalle sue azioni e dalle sue parole, Dante, affronta Lucifero e, al termine di un violento combattimento (in cui, è stato aiutato anche da tutte le anime dannate che aveva assolto), riesce a sconfiggere Lucifero, impedendogli di realizzare i suoi piani. In seguito al combattimento, Dante viene condotto dall'anima di Beatrice, nel Purgatorio e (nel vedere quella montagna) il Crociato esclama «Io non morì, né rimasi vivo». La sua felicità è immensa perché, forse, adesso potrà davvero, vivere per l'eternità, insieme alla sua amata.


Beatrice Portinari


«Io temo che il mio amico sia smarrito. Aiutalo Virgilio, così che possa venire da me. Io sono Beatrice, e quando sarò davanti al mio Signore, tesserò le tue lodi

Nativa (anch'essa) di Firenze, anche il suo passato, è sconosciuto e il suo unico familiare noto, è il fratello Francesco (il migliore amico di Dante). Conobbe il Crociato, durante la sua infanzia, e sì innamorò (ricambiata) di lui, diventando la sua amata.

Donna dotata di una forte fede cristiana, in occasione della Terza Crociata, Beatrice donò la sua croce all'amato, facendogli promettere che non l'avrebbe mai tradita con nessun'altra donna e che avrebbe protetto, anche a costo della sua stessa vita, il fratello Francesco (anch'egli, crociato). All'insaputa di Dante, però, Beatrice promise (a sua volta) a Lucifero, che gli avrebbe donato la sua anima, se il Crociato fosse venuto meno alle sue due promesse. Mentre l'amato combatteva in Terra Santa, Beatrice risiedette nella casa di Alighiero (il padre di Dante), un uomo che la inquietava, per l'implicita attrazione che provava verso di lei. Prima che, però, potesse venire molestata dall'uomo, Beatrice venne uccisa (insieme ad Alighiero) da un uomo arabo, in cerca di vendetta per il fatto che sua moglie, avesse giaciuto con Dante (il Crociato aveva, infatti, spezzato la promessa, giacendo con quella donna che, per salvare il marito torturato dalle guardie, si era offerta a lui).

La sua anima viene, dunque, reclamata da Lucifero e quando l'amato ritorna nella casa del padre (dopo aver sconfitto la Morte), Beatrice gli svela di essere dannata per colpa sua, per poi scendere (insieme a Lucifero) nell'Inferno. Durante la sua permanenza in quel luogo, l'anima di Beatrice, inizia a corrompersi ma ( prima che perda, completamente, la sua purezza) riesce a chiedere all'anima del poeta latino Virgilio, di aiutare il suo amato, con la promessa che lei, avrebbe tessuto le sue lodi, davanti a Dio.

Tuttavia, la corruzione è inarrestabile. Infatti (quando Dante raggiunge la Torre Carnale, nel Secondo Cerchio), Beatrice indossa un abito da sposa e svela al Crociato, la promessa che aveva fatto con Lucifero, per poi scomparire (ma continuando a sfidare Dante, con la sua voce e brevi visioni, mentre l'uomo prosegue la sua discesa). In seguito, riappare, di persona, nell'Ottavo Cerchio (ormai, completamente, trasformata nella Regina dell'Inferno) e continua a rinnegare Dante, infatti (dopo che il Crociato afferma, di essersi redento dai propri peccati), Beatrice gli mostra che ne ha ancora uno, il più grave di tutti: il tradimento di Francesco.

Distrutto dalla scoperta, Dante si arrende e afferma che il suo posto è, dunque, all'Inferno ma che quello della donna, è al Paradiso. Beatrice, colpita da quelle parole, lo diventa ancora di più, nel rivedere la croce che aveva donato all'amato e, allora, (comprendendo che il Crociato è, davvero, pentito dei suoi peccati e la ama, sinceramente, ancora) accetta, finalmente, di lasciarsi assolvere. Immediatamente, un angelo scende all'Inferno e la porta nel Paradiso ma, prima di andarsene, spiega al Crociato che la rivedrà ancora.

Infatti (dopo che Dante, è riuscito a sconfiggere Lucifero), Beatrice prende la sua anima e lo conduce nel Purgatorio ed è implicito, che trascorrerà l'eternità al suo fianco.


Publio Virgilio Marone


«Non omo, ma omo fui. Vissi a Roma sotto l'buon Agusto, nel tempo degli dei falsi e bugiardi...»

Poeta vissuto a Roma, ai tempi di Augusto, e autore dell'Eneide. Virgilio era un pagano virtuoso ma non essendo cristiano (in quanto, vissuto e morto prima della nascita di Cristo), non poté accedere al Paradiso e nemmeno al Purgatorio. Tuttavia, non essendo un'anima malvagia, venne collocato nel Limbo, il Primo Cerchio dell'Inferno (e l'unico, in cui i dannati non ricevono torture fisiche), insieme agli altri pagani virtuosi e ai bambini morti prima di ricevere il Battesimo.

Quando Beatrice viene condotta nell'Inferno, si rivolge a lui, chiedendogli di guidare Dante, attraverso l'Inferno (in cambio, lei lo avrebbe lodato davanti a Dio, dandogli, forse, una possibilità di uscire dall'Inferno) e il poeta, allora, accetta, facendo da guida al Crociato.

In questa versione, Virgilio non possiede un corpo fisico ma è uno spirito e, di conseguenza, non aiuta mai Dante (mentre combatte contro le creature infernali), limitandosi ad assistere, silenziosamente, ai suoi scontri.


Lucifero


«Reclamerò il posto che mi spetta di diritto in Paradiso. La mia strada sarà lastricata dai peccati dell'uomo, e i tuoi, Dante, faranno da fondamenta al mio ritorno. E ciò che è buono... sparirà... dall'universo... per sempre!»

L'angelo ribelle, scacciato dal Paradiso. Lucifero era stato il primo angelo ad essere creato da Dio, nonché quello più bello, potente e vicino a lui.

Furono proprio questi fattori, a renderlo superbo ma si ribellò a suo padre, soltanto quando Dio creò Adamo ed Eva (a differenza di tutti gli altri angeli, Lucifero si rifiutò di mettersi al loro servizio perché li considerava creature infime). Allora, prendendo un terzo della popolazione angelica, dichiarò guerra a Dio ma venne sconfitto e scacciato dal Paradiso: mentre precipitava sulla Terra, perse le sue splendide sembianze (trasformandosi in un mostruoso demonio)e, nella zona in cui atterrò, creò una voragine (che divenne l'Inferno). Insieme a lui, vennero scacciati in questa voragine, anche gli angeli che l'avevano appoggiato (i quali, si trasformarono nei diavoli) e, come lui, vennero, anch'essi, condannati a non poter mai abbandonare quel luogo.

Assumendo, ufficialmente, il nome "Satana", Lucifero divenne il Signore dell'Inferno e creò le pene infernali, con cui torturare, per l'eternità, le anime degli uomini che scelsero il male. In occasione della Terza Crociata, Beatrice gli promise che se Dante avesse infranto le sue due promesse, lei si sarebbe concessa a lui. In seguito alla morte della donna (uccisa, per vendetta, dal marito della schiava araba, con cui Dante aveva giaciuto), Lucifero viene a reclamare la sua anima e (dopo aver rivelato a Dante, la sua intenzione di renderla la sua sposa) la conduce all'Inferno. Quando il Crociato giunge nel Terzo Cerchio, Lucifero lo sbeffeggia, rivelandogli (tramite una visione) che era stato proprio lo stesso Dante, il responsabile della dannazione di Beatrice, per poi andarsene, mentre lo sfida a proseguire nel suo viaggio.

Dopo che il Crociato giunge nel Nono e ultimo Cerchio, Lucifero riappare in un gigantesco corpo con ali di pipistrello e tre facce (una rossa, una nera e una gialla) ed è libero. Infatti, le gigantesche catene che Dante aveva visto (e distrutto, per poter proseguire nel suo viaggio) servivano proprio ad imprigionarlo nell'inferno ma ora che non ci sono più, è in grado di abbandonare quel luogo. Mentre combatte contro Dante gli rivela che il suo vero piano era attirare l'uomo nell'inferno perché, per abbandonare quel luogo, necessitava di anime parecchio malvagie ma soltanto quella di Dante, per via dei suoi crimini in Terra Santa, era così nera da riuscire a liberarlo (in questa occasione, Lucifero afferma, anche, a Dante, di averlo ingannato come ingannò Eva con la mela, ma non è chiaro se fosse serio o ironico) e per demoralizzare, ulteriormente, il Crociato, si squarcia il petto, da cui esce la sua vera forma: il gigantesco corpo, era solo un ulteriore prigione.

Inoltre, Lucifero cerca di annientare, definitivamente, Dante, mostrandogli il momento in cui venne pugnalato alle spalle, dal guerriero arabo. La tattica, tuttavia, non funziona perché l'uomo (con l'aiuto di tutte le anime che aveva assolto) riesce a rimprigionarlo di nuovo, prima che possa fuggire nel Purgatorio (e da qui, lanciarsi alla riconquista del Paradiso), sconfiggendolo definitivamente.

Tuttavia, poiché (quando Dante è nel Purgatorio) si sente una flebile risata maligna, è implicito che Lucifero si sia già ripreso e che tenterà, nuovamente, di vendicarsi.


Santa Lucia


Un angelo guerriero, disponibile, esclusivamente, nell'espansione "St. Lucia Edition", dove viene utilizzata dal secondo giocatore.


Nemici



Guardiani Infernali


«Dante, il tuo destino è stato deciso: la Dannazione Eterna, per i tuoi peccati

L'incarnazione della fine di ogni cosa e l'entità che tutti gli esseri viventi, sono destinati ad incontrare, quando giungerà il momento in cui verrà a condurli dal mondo dei vivi a quello dei morti. Il suo aspetto, è quello di un nero scheletro carbonizzato, con spietati occhi argentati, una bocca affilata, indossa un mantello nero con tanto di corna e una fascia dorata e possiede una grande Falce, con incastonato un teschio (anch'esso, dorato).

Dante la incontrò ad Acri, dopo essere stato pugnalato alla schiena da un soldato arabo. Il tempo, improvvisamente, si fermò ed apparve la Morte che informò il Crociato di essere venuta a condurlo all'Inferno, dove subirà la Dannazione Eterna, per i suoi peccati. L'uomo, rifiutandosi di credere di poter essere dannato per le sue azioni (poiché, il Vescovo gli aveva assicurato che erano in nome di Dio), rifiutò il suo destino e combatté la Morte, in una dimensione al confine tra il mondo mortale e il mondo spirituale. Sebbene la Morte fosse vicina a finirlo, il Crociato riuscì a ferirla e a prenderle la Falce, che usò per sconfiggerla. Dopo averla sconfitta, Dante mantenne la sua Falce e la utilizzò come arma principale, sia quando tornò a Firenze che quando attraversò l'Inferno.

«Lasciate ogni speranza voi ch'entrate!»

Il traghettatore dei dannati, il cui dovere è quello di traghettare le anime dannate, attraverso il fiume Acheronte, fino al Limbo. Il suo aspetto, è quello di una chiatta antropomorfa, con occhi infuocati, che ha come corpo, una gigantesca nave (nel film d'animazione, Virgilio afferma che Caronte ha scelto di assumere queste sembianze, per poter trasportare, con maggior facilità, le migliaia di anime che, ogni giorno, scendono all'Inferno).

Sebbene fosse, fisicamente, incapace di attaccare i nemici (a causa della sua mancanza di arti, tranne la testa), Caronte è in grado di evocare vari demoni, per combattere Dante. Al termine dello scontro, viene decapitato dal Crociato, che usa una "Bestia Asteriana" per staccargli la testa, per poi gettarla (mentre continua a ripetere l'iscrizione presente sulla Porta dell'Inferno) nel Limbo. In seguito, la sua testa riappare nel fiume Stige, dove è diventata la tana dei "Parassiti".

«Chi entra, nella mia Casa del Dolore?»

Il Giudice dei dannati, che risiede nel Limbo. Si occupa di giudicare ogni singola anima che giunge all'Inferno, decidendo in quale dei Nove Cerchi, dovrà trascorrere l'eternità. Il suo aspetto è quello di un uomo anziano con una grande corona scheletrica fusa sulla sua testa, le narici sono tagliate, indossa protezioni scagliate sulle spalle, ha un torso simile a quello di un calamaro (con una protuberanza rosa) e possiede una catena di funzionari fatta di cadaveri arginati.

In questa versione, Minosse è cieco e, di conseguenza, fa affidamento sull'olfatto e sul tatto, per trovare i dannati e, una volta presi, li annusa per poi dichiarare il loro peccato. In seguito, avvolge la sua coda attorno ai loro corpi e il numero di nodi, corrisponde a quello del Cerchio a cui sono stati destinati (se Minosse avvolge la coda per sei volte, il dannato verrà condannato al Sesto Cerchio). Stabilito il Cerchio, Minosse li impala sulla sua "Ruota della Tortura e li fa girare con una forza tale da spedirli, direttamente, nel Cerchio a cui sono stati destinati.

Quando Dante entra nel suo dominio, gli ordina di dirgli dove era stata portata Beatrice. Minosse lo annusa, e afferma «Sento solo l'odore di un traditore, un goloso, un assassino». Il Crociato lo sfida, dicendogli di annusarlo di nuovo, e infuriato, Minosse lo attacca ma viene sconfitto, facendosi impalare la lingua su una punta della sua "Ruota della Tortura" (che viene, poi, fatta girare da Dante), cosa che gli taglia la faccia a metà.

Nel film d'animazione, il suo ruolo è quasi lo stesso del videogioco ma si mostra disinteressato verso Dante, attaccandolo solo dopo che quest'ultimo gli parla. In seguito alla sua sconfitta, le anime che doveva giudicare, fuggono dal suo palazzo, nel tentativo di abbandonare l'Inferno.

«Hai, appena, consegnato le chiavi del regno. E per cosa? Il petto di una schiava!?»

L'ultimo Faraone dell'Antico Egitto e la Regina della Lussuria che governava le anime lussuriose, nella sua Torre, insieme al suo amante, Marco Antonio.

Dopo la loro morte, Cleopatra e Antonio vennero condannati al Secondo Cerchio dell'Inferno ma, a un certo punto, incontrarono Lucifero e si allearono con lui, diventando i guardiani del Cerchio, in cambio della loro fedeltà (per questo motivo, Cleopatra aiutò Lucifero, nel suo piano di rapire l'anima di Beatrice). Quando Dante arriva nel Cerchio (alla ricerca dell'anima di Beatrice), una gigantesca Cleopatra solleva la Torre Carnale, evocando la "Tempesta della Lussuria" per proteggerla e, mentre il Crociato riesce a superare la tempesta e a salire sulla Torre, lei si arrampica sull'esterno, evocando le "Tentatrici" e i "Bambini non battezzati" perché attacchino l'uomo. In seguito, blocca l'ascensore che Dante stava usando per arrivare in cima, costringendolo ad attaccare qualsiasi parte del suo corpo che lascia esposta, pur di riprendere la salita.

Dopo che il Crociato si è confrontato con Lucifero, in cima alla Torre, Cleopatra riappare e lo sbeffeggia per il fatto che la lussuria dell'uomo (ad Acri), abbia condannato lui e la sua amata Beatrice e convoca Marco Antonio per ucciderlo, aiutandolo con la magia. Dopo che Antonio viene sconfitto da Dante, Cleopatra si riduce a grandezza umana e si inginocchia al fianco di Antonio, piangendo la sua sconfitta. Piena di odio, cerca di vendicarsi contro Dante, tentando di sedurlo (con l'intenzione di ucciderlo, appena abbassata la guardia) ma il Crociato la trafigge al cuore, con la sua Falce, sconfiggendola definitivamente.

Nel film d'animazione, Cleopatra (insieme a Marco Antonio) fa una breve apparizione come una delle anime dannate nel Secondo Cerchio. In seguito, viene citata da Lucifero che afferma che, un tempo, la considerava la sua Regina ma l'abbandonò perché la sua anima, non era pura come quella di Beatrice.

«Mia Signora, lascialo a me

Amante di Cleopatra, vive, letteralmente, all'interno del suo corpo. Possiede un gladio sovradimensionato e uno scutum e indossa un'armatura costituita da braccia dorate (le mani di alcune di queste braccia, gli tirano le labbra e le palpebre costringendolo a tenerle, perennemente, aperte) e indossa una cintura, con viticci a forma di fallo che penzolavano da essa, e indossa, anche, una grande brachetta da cintura, a forma di scarabeo.

Durante la fase finale della lotta tra Dante e Cleopatra (sulla Torre Carnale), quest'ultima evoca Marco Antonio, facendolo uscire dalla sua bocca. Lo stesso Antonio, chiede alla sua amata, di lasciargli il Crociato e, dopo aver ottenuto il suo permesso, si scontra con Dante (se Antonio perde salute, Cleopatra tenterà di dargliene di più).

Dopo essere stato sconfitto, Cleopatra si riduce a dimensioni umane e corre ad abbracciarlo mentre Antonio, le ricorda, con disperazione, che gli aveva promesso che sarebbero rimasti insieme per l'eternità, per poi scomparire. In seguito alla sua scomparsa, Cleopatra (piena di odio) cerca di vendicarsi contro Dante, tentando di sedurlo (con l'intenzione di ucciderlo, appena abbassata la guardia) ma il Crociato la trafigge al cuore, con la sua Falce, sconfiggendola definitivamente.

«Cerbero, il gran vermo, come quel cane abbaiando agogna, e si quieta dopo aver morso il pasto, cotal si fecero le facce lorde de lo demonio Cerbero, il cui ulular le anime scuote

(Virgilio a Dante)

Il segugio infernale a tre teste, che custodisce il Terzo Cerchio dell'Inferno. Il suo aspetto è costituito da un corpo dotato di braccia umane, delle teste simili a quelle dei vermi (con denti cariati), una cresta di pinna caudale e, al posto degli occhi, tre paia di minuscole bocche.

Dante incontra Cerbero (quando scende nel Terzo Cerchio), e lo sconfigge decapitandogli, con la Falce, le due teste laterali mentre quella centrale, la fa esplodere con la Croce (dopo che Cerbero l'ha ingoiato).

Nel film d'animazione, appare più attivo e mobile, rispetto al videogioco: si sposta attraverso il suo Cerchio, e divora le anime dannate. Per poter accedere al Cerchio successivo, Dante si lascia ingoiare e poi si fa strada, attraverso le sue viscere, per poi distruggergli il cuore, facendogli vomitare una grande quantità di sangue.

Come guardiano del Cerchio della gola, Cerbero è in grado di consumare una quantità indefinita di materia, sia sporcizia che anime dannate e può, anche, allungarsi per mordere i nemici. A causa delle sue numerose bocche, può nutrirsi in grande quantità e poi vomitare le anime, per lanciarle contro il Crociato.

«Pape Satàn, pape Satàn aleppe...»

Un enorme e demoniaca statua dorata, posta a guardia del Quarto Cerchio. Il suo aspetto è quello di una gigantesca statua (interamente costituita da oro e pietre preziose), dotata di corna e una grande forza. La sua mano sinistra, ha sei dita che reggono due pentole d'oro mentre quella destra aveva diverse mani più piccole, al posto dei polpastrelli (forse, a simboleggiare la natura dell'avidità). Gli occhi della statua, possono attivarsi (emettendo una luce brillante) e questo fa sì che si generi una struttura dorata su speciali aree, sul pavimento, ma in breve tempo, queste strutture svaniranno nel nulla.

All'interno del Quarto Cerchio, Dante viene avvertito da Virgilio, di non lasciare che Pluto ostacolasse la sua ricerca e dopo che il Crociato è entrato nella sua camera, viene affrontato da diversi "Schiavi Infernali". In seguito alla loro sconfitta, gli occhi di Pluto iniziano a brillare, emettendo un raggio di luce che ha generato un grande oggetto dorato (simile a una scatola) sul pavimento. Dante può usare una leva per far ruotare l'oggetto intorno alla camera e questo, ne fa apparire delle altre che se non allineate, scompariranno in fretta. Una volta, correttamente, allineate, le strutture consentono al Crociato di raggiungere le pentole di Pluto, dove sono presenti una statua di Beatrice e una "Porta del Demone", situate su una roccia dietro la testa del Dio.

«Pensi di essere un uomo migliore di tuo padre!?»

Il padre di Dante e un uomo edonista che rubava il denaro, i raccolti e le proprietà delle famiglie povere che lavoravano nelle sue terre, per finanziare le sue feste private che teneva con i suoi amici.

Durante l'infanzia di Dante, Alighiero era un uomo avido e licenzioso che abusava della moglie, Bella Abati, disprezzava suo figlio (credendolo un debole) ed era, anche, un uomo lascivo che giaceva con molte donne (comprese le prostitute). A causa di Alighiero, alla fine, la moglie si suicidò ma l'uomo disse a Dante, che era morta di febbre (affermando che era morta, perché era una donna debole) e viene confermato che è stata la negativa influenza di Alighiero, a plasmare gli aspetti più oscuri della personalità di Dante.

Quando Dante partì per la Terza Crociata, Beatrice rimase nella casa di Alighiero (in attesa del ritorno del suo amato) e subì una tentata seduzione dall'uomo che, senza successo, cercò di sedurla dicendole che il figlio era morto in guerra. In quel momento, apparve un uomo arabo che li attaccò: Alighiero prese il sopravvento, spingendo l'uomo per terra ma, proprio mentre stava per ucciderlo, l'uomo lo pugnalò all'occhio (con l'enorme croce dorata, che Alighiero portava al collo), uccidendolo all'istante. Per i suoi peccati, Alighiero venne condannato al Quarto Cerchio e venne trasformato in una creatura obesa, con catene attorno al collo, la sua mano destra venne sostituita con un piede di maiale (a simboleggiare la sua Gola), aveva lo stomaco strappato e brandiva una gigantesca croce dorata, adornata con gioielli (modellata sulla stessa, che indossava in vita).

Quando Dante arriva nel Quarto Cerchio, fu sorpreso di incontrare suo padre che lo schernì, definendolo un fallimento nella vita e Dante (per tutta risposta) gli gridò «Temevo di diventare lo stesso uomo che era mio padre», per poi combatterlo nella "Ruota della Fortuna", riuscendo a sconfiggerlo. In seguito, con gran disprezzo, il Crociato decise di assolverlo (per dimostrargli che non sarà dannato come lui. Durante la lotta contro Lucifero, l'anima di Alighiero (insieme a tutte le altre, assolte da Dante) lo aiuta a rimprigionare il Diavolo.

Nel film d'animazione, il personaggio è ancora più negativo: (quando Dante era un bambino) lo picchiò perché pensava che gli avesse rubato tre corone d'oro, su un totale di cinquantaquattro, e quando rivede il figlio, nel Quarto Cerchio, gli rivela che Lucifero gli aveva promesso mille anni senza torture e oro infinito (se avesse ucciso il figlio, nel loro scontro). Anche per questo motivo, mentre lo affronta, il Crociato non lo assolve ma, con gran disgusto, lo getta dentro una vasca di oro bollente.

«Ecco il potere di Flegias, guardiano del fiume Stige. Solo lui, può concedere il passaggio, attraverso la palude, alla città delle tenebre e ai cerchi sottostanti.»

(Filippo Argenti)

Il gigantesco guardiano del Quinto Cerchio e il traghettatore del fiume Stige. Il suo aspetto è quello di un demone rivestito di magma (simboleggiante la rabbia), dotato di corna di bisonte e indossa una corona simile a un giglio dentato.

Flegias era un semidio, figlio di Ares (il Dio della guerra), che venne ucciso da Elio (il Dio del sole). All'Inferno, Flegias venne trasformato in un gigantesco demone e condannato al Quinto Cerchio dell'Inferno, come punizione per aver bruciato il Tempio di Delfi. Quando Dante giunge nel Quinto Cerchio, inconsapevolmente, lo cavalca attraverso lo Stige e, dopo aver visto Beatrice diventare la sposa di Lucifero, il Crociato sottomette il Demone e lo usa per irrompere nella Città di Dite. Dopo che Dante scende nel Sesto Cerchio, Flegias rompe il terreno su cui si trova e precipita nel baratro sottostante.

Nel film d'animazione, l'aspetto fisico di Flegias è meno caratterizzato, poiché, appare come un semplice umanoide dalla pelle verde e (a differenza del videogioco) trasporta, volentieri, Dante e Virgilio (attraverso il Quinto Cerchio dell'Inferno) senza ribellarsi. Viene neutralizzato da Lucifero, quando Dante cerca di affrontarlo (utilizzando Flegias).

«Il tuo futuro, Dante, è pieno di morte e distruzione. Beatrice andrà in sposa a Lucifero e regnerà negli Inferi. E tu, sarai dannato, per sempre, con noi.»

(Farinata a Dante, nel film)

Farinata degli Uberti fu un aristocratico e condottiero fiorentino, membro dei ghibellini. Riuscì a sconfiggere i guelfi e a conquistare Firenze, tuttavia, proibì ai ghibellini di distruggere la città, arrivando, persino, a offrirsi di combattere contro i suoi stessi compagni, pur di proteggerla. La sua ironica ma ardente fedeltà a Firenze, protesse la città dalla totale distruzione, per mano dei ghibellini.

Dopo la morte di Farinata e di sua moglie, i loro corpi vennero riesumati e processati per eresia, dall'Inquisizione (a quei tempi, i cadaveri potevano essere dissotterrati, accusati e condannati per questo crimine). L'Inquisizione sosteneva che Uberti negasse il concetto di vita dopo la morte (seguendo gli insegnamenti di Epicuro), che l'anima morisse con il corpo e che, quindi, andava goduta (concedendosi ai piaceri). Per questa empietà, i corpi della coppia furono ridotti in cenere mentre l'anima di Farinata, venne condannata al Sesto Cerchio dell'Inferno (in cui appare come una delle anime che si può scegliere, se assolvere o dannare).

Nel film d'animazione, Farinata appare come un'antagonista. Quando Dante e Virgilio attraversano il Sesto Cerchio, vengono raggiunti dal ghibellino (ridotto a un corpo squartato e avvolto dalle fiamme) che sbeffeggia Dante (il quale, lo riconosce e lo definisce un uomo odiato, quando era in vita), predicendogli il matrimonio tra Beatrice e Lucifero mentre il Crociato, sarà dannato all'Inferno. Tale sbeffeggiamento, provoca la rabbia di Dante che lo pugnala all'occhio, con la Croce (facendolo scomparire), per poi dichiarare il disprezzo che provava nei suoi confronti, affermando «Non mi è mai piaciuto».

«Era solo corna, niente cervello.»

(Virgilio a Dante, nel film)

Il guardiano di Dite e del fiume Flegetonte.

Nel videogioco, appare come un enorme statua, dotata di una faccia appiattita con occhi rossi, una copiosa schiuma cola dalla bocca; possiede la coda di un leone, pelose e muscolose mani (fuse con il bronzo), piedi scolpiti nello smeraldo (legati con una fascia dorata), indossa un grembiule marrone e maneggia una gigantesca ascia di pietra.

Nel film d'animazione, appare come una creatura vivente che, tuttavia, si sconfigge da sola (a causa della sua rabbia animalesca, che lo rende incapace di ragionare).

Nel videogioco, appaiono come enormi statue (a cui, sono attaccate delle gabbie che salgono e scendono nel fiume). Dante è costretto a sfruttare tali gabbie, per riuscire ad attraversare il Flegetonte.

Nel film d'animazione, appare un femminile centauro vivente, Nesso. Quando Dante e Virgilio devono attraversare il fiume, quest'ultimo chiama Nesso che (in quanto amica del poeta), accetta, volentieri, di trasportarli, facendoli salire sul suo dorso.

«Non chiamarmi fratello! Non sei degno di servire mia sorella, figuriamoci il suo signore! Ora paga per ciò che hai fatto!»

Francesco Portinari è il fratello di Beatrice. È un personaggio che non compare nel poema originale. Uomo di buon cuore ed ottimo amico di Dante, partì con lui per la crociata, dopo che quest'ultimo giurò a Beatrice di proteggerlo a costo della vita. Non era mosso dal fanatismo religioso dell'amico, e combatté solo per riavere la terra santa, invece che per giustiziare gli "eretici". Cercò invano di fermare il massacro di Dante, sia con le parole sia con la forza. Nonostante ciò, si addossò la colpa dell'accaduto, salvando Dante e chiedendogli di proteggere sua sorella, ma finendo abbandonato al suo destino dal guerriero e giustiziato. Di certo anche lui credette nelle parole del vescovo, perché non si pentì dei suoi peccati e fu condannato al settimo cerchio. È presente sulla schiena di Gerione, dunque nel terzo girone, dove sono puniti i violenti contro Dio, natura ed arte: bestemmiatori, sodomiti ed usurai. Non si dice se sia colpevole anche di questi peccati. Appare a Dante in una versione orrendamente sfigurata di sé stesso, in preda all'ira come molti altri crociati dannati. Dante riesce a sconfiggerlo strappandogli una spada impiantata nella sua schiena e calmandolo. Qui Francesco comprende che per Dio un omicida è solo un omicida, indipendentemente dai suoi ideali. Verrà infine assolto da Dante, e la sua anima lo aiuterà sia contro Lucifero sia salvandolo dall'inferno. Nell'anime, a causa del diverso numero di registi, Francesco appare con diversi design. Nel girone dei violenti appare come un uomo biondo, nel videogioco è bruno, senza caratteristiche demoniache, se non per alcune ferite. Come nel videogioco, attacca Dante per vendetta, ma verrà sconfitto dall'ex-amico che, con la falce, gli taglia in due la testa, condannandolo a seguitare nel supplizio, anche se dispiaciuto della sua sorte. Dante prega Dio di accogliere l'anima del suo amico in Paradiso; ma dopo Lucifero ride, quindi non è chiaro se la richiesta venga accolta oppure no. Nel fumetto l'aspetto di Francesco e la sua fine sono simili, differente lo strappo dalla schiena di tre spade; lo si vedrà spirare tra le braccia di Dante, tornato al suo aspetto originario.

Mostro appartenente alla mitologia classica ed una delle dodici fatiche di Ercole, era un gigante con tre teste, sei braccia e sei gambe, tutte in un unico tronco. Non risulta essere un fraudolento, anche se Dante lo pone come custode del cerchio dove essi sono puniti, l'ottavo. Sono forse tarde leggende medioevali a descriverlo come un re dal volto benigno che accoglieva i suoi ospiti per poi ucciderli barbaramente. Nel poema originale è descritto come una mostruosa chimera: testa d'uomo, corpo di drago senz'ali e coda di scorpione; egli tuttavia accompagnerà i due poeti all'ottavo cerchio. Nel videogioco è una statua mobile con le sembianze fedeli al poema, ma che sorregge un enorme piatto chiamato "schiena di Gerione", su cui si consuma lo scontro tra Dante e Francesco. Nell'anime è invece una vera e propria creatura, seppur fantasiosa (possiede le ali, non menzionate nel poema) che accompagna i due visitatori come nel libro. Nel fumetto è un mostruoso essere ibrido di uomo, serpe e cavallo, con una testa sottile costituita da una bilancia con un numero impreciso di occhi su ogni piatto, fiamme o pelame rossiccio e segni astronomici infuocati lungo la coda. Si asservisce volentieri a Dante e trasporterà lui e Virgilio presso le Bolge.

Diavolo presente nell'ottavo cerchio. Nel poema originale è il capo delle Malebranche, gruppo di diavoli custodi e punitori dei dannati che occupano la quinta bolgia, quella dei barattieri, politici corrotti. Nel videogioco invece sembra essere il custode dell'intero cerchio e di tutte le sue bolge. È un diavolo di grosse dimensioni, seppur non gigantesco, armato di ascia e coperto dal fuoco che lo rende immune agli attacchi con la falce, in modo quindi molto simile agli spiriti di fuoco. Sembra un essere privo di razionalità, ed in tal caso una creatura ben diversa del poema originale, in cui riesce ad ingannare Virgilio e Dante con delle bugie. Viene scagliato da Beatrice, ora regina dell'inferno, contro Dante appena costui scende dalla schiena di Gerione, cioè ancor prima della prima bolgia, quella di ruffiani e seduttori, e di nuovo alla fine della prova della decima bolgia, quella dei falsari. È possibile condannarlo o assolverlo. Secondo Quick Time Events può essere battuto con mezzi del tutto identici a quelli usati contro i diavoli standard; e ciò lo rende più un mini-boss che un boss vero e proprio. Infatti è l'unico che compare nell'arena dopo le porte dell'Inferno, dove vi sono solo i nemici standard, anche solo in due unità alla volta. Non appare nell'anime, né è menzionato. Viene affrontato da Dante anche nel fumetto.

Personaggi appartenenti a diverse mitologie che si trovano imprigionati tra l'ottavo ed il nono cerchio. Non sono dei boss, né punitori o guardiani infernali, ma anzi sono loro stessi puniti come i dannati, ognuno secondo un proprio contrappasso. Sono puniti principalmente per superbia, peccato che secondo la mitologia spinse alcuni di loro a schierarsi contro l'Olimpo. Il gruppo è costituito da Nembrot, impossibilitato alla comunicazione perché sa parlare e comprendere solo un linguaggio conosciuto da lui e nessun altro; Fialte, saldamente incatenato ed impossibilitato ad usare la forza di cui andava molto fiero; Anteo, gigante ucciso da Eracle e Briareo. Di questi, Anteo è l'unico libero poiché non prese parte alla Guerra dei Giganti, e per questo nel poema aiuta Virgilio e Dante a giungere nel nono cerchio. Nel videogame, anche se sono correttamente posti tra l'ottavo ed il nono cerchio, sembrano più essere nel cerchio di Giuda perché sono visti patire il freddo. Non sono nemici di Dante, ma neanche alleati (anche se con il loro soffio possono far precipitare Dante in un baratro). Nell'anime sono posti nel nono cerchio, senza segni particolari, e quindi identici tra loro. Sono impossibilitati a muoversi perché completamente ricoperti dal ghiaccio come i dannati della Giudecca, compreso Anteo. Nel fumetto sono i guardiani personali di Lucifero e sono enormi e feroci. Dante li farà cadere l'uno addosso all'altro tranciandone i piedi come boscaiolo farebbe con un albero.


Anime dannate


Nel corso del viaggio, Dante incontrerà le anime di noti peccatori, tratti dall'opera originale o collocati intenzionalmente dai creatori del videogioco. Egli può decidere di redimerli con la croce o di condannarli con la falce. In tutto, vi sono 27 dannati e sono:


Abilità



Armi



Magie



Reliquie


Le reliquie sono degli oggetti che possono essere trovati nell'Inferno, generalmente distruggendo con la croce i Cani Infernali, ed essere equipaggiate per avere un'abilità bonus nel combattimento. Inizialmente, si possono equipaggiare solo due reliquie, ma progredendo con i percorsi Santità ed Empietà si sbloccano degli slot per reliquie aggiuntive. Le reliquie possono anche salire di livello quando Dante raccoglie anime, aumentando l'effetto che forniscono.


Doppiaggio


Personaggi Doppiatori Italiani Doppiatori Originali
Dante AlighieriStefano AlbertiniGraham McTavish
VirgilioGianluca Iacono
Beatrice PortinariMaura MarenghiVanessa Branch
LuciferoMarco PaganiSteven Blum
Francesco PortinariTony FuochiTom Tate
Alighiero AlighieriGianni GaudeJB Blanc
La MorteTony Fuochi
CaronteGiovanni Battezzato
MinosseGiovanni Battezzato
CleopatraCaterina RochiraAlison Lees-Taylor
Marco AntonioTony FuochiTom Tate
Il vescovoIvo De Palma
Isabella degli AbatiSilvana FantiniPollyanna McIntosh
Re RiccardoTony Fuochi

Contenuti aggiuntivi



Death Edition


In Europa è stata venduta una confezione speciale contenente, oltre al gioco:

La data di lancio è il 5 febbraio, per Playstation 3 e Xbox 360. La versione americana si chiama Divine Edition, prevista solo per PlayStation 3.


St. Lucia Edition


La "St. Lucia Edition" contiene:[5]


Altri media


È stato realizzato un film d'animazione, tratto dal videogioco, intitolato Dante’s Inferno: An Animated Epic, distribuito il 9 febbraio 2010. Essendo il risultato del lavoro di sei registi, il lungometraggio è suddiviso in sei capitoli, ciascuno dei quali ha stile e aspetto dei personaggi differente.

La Panini Comics assieme alla wildstorm DC ha pubblicato in Italia una serie a fumetti, ispirata al gioco.[6][7]

Nel videogioco per PlayStation Portable dal titolo Army of Two: Il 40º giorno del 2010, Dante è un personaggio nascosto e giocabile dopo aver finito il gioco al 100% da peccatore.[8][9]


Accoglienza


Valutazioni professionali
TestataVersioneGiudizio
Metacritic (media al 21/08/2021) PS3 75/100[10]
PSP 70/100[11]
X360 73/100[12]
Destructoid PS3 9/10[13]
X360 9/10[13]
Edge PS3 6/10[14]
Eurogamer X360 6/10[15]
Famitsū PS3 32/40[16]
X360 32/40[16]
Game Informer PS3 7/10[17]
X360 7/10[17]
Game Revolution PS3 C+[18]
X360 C+[18]
GamePro PS3 4/5[19]
GameSpot PS3 6,5/10[20]
X360 6,5/10[20]
GameSpy X360 3,55[21]
GameTrailers X360 6,8/10[22]
GameZone X360 7/10[23]
Giant Bomb X360 2/5[24]
IGN PS3 7,5/10[25][26]
PSP 4,5/10[27]
X360 7,5/10[25][26]
OXM X360 7,5/10[28]
PSM PS3 4/5[29]
PSP 3,5[30]
The Daily Telegraph PS3 6/10[31]
The A.V. Club X360 C+[32]
Wired PS3 7/10[33]

Il gioco ha ricevuto critiche favorevoli, anche se non totalmente positive. Rubriche come SpazioGames.it e Everyeye.it gli hanno dato voti che vanno dall'8 al 9, elogiando il gameplay e l'ambientazione di gioco ben curata, ma non sono mancati i voti più modesti in altre rubriche (7 e 6) che lo hanno considerato ripetitivo e con un sistema di combattimento troppo banale. Il voto più basso è stato 5.8, assegnatogli da 1UP.com, che lo considerò un "popcorn movie" che ha impegnato ottimi talenti, ma che ha fallito nella realizzazione di un buon action game.

La rivista Play Generation lo classificò come il terzo migliore titolo d'avventura del 2010[34]. La stessa testata lo reputò come uno dei quattro migliori giochi ambientati all'Inferno[35].


Voci correlate



Note


  1. Confronto dantesco, in Play Generation, n. 67, Edizioni Master, giugno 2011, p. 83, ISSN 1827-6105 (WC · ACNP).
  2. Cartoline dall'inferno, in Play Generation, n. 39, Edizioni Master, aprile 2009, pp. 4-5, ISSN 1827-6105 (WC · ACNP).
  3. Dante's Inferno, in Play Generation, n. 70, Edizioni Master, settembre 2011, p. 69, ISSN 1827-6105 (WC · ACNP).
  4. Dante's Inferno Video Game, Limbo Developer Diary from GameTrailers
  5. Non si vive solo di tormenti, su Multiplayer.it. URL consultato il 16 agosto 2021.
  6. EA e Panini Comics annunciano il fumetto ispirato a Dante's Inferno, su electronicarts.it.
  7. Dante's Inferno, in Play Generation, n. 81, Edizioni Master, luglio 2012, p. 34, ISSN 1827-6105 (WC · ACNP).
  8. (EN) Dante are in Army of Two: The 40th Day for PSP, su Destructoid, 18 dicembre 2009. URL consultato il 16 agosto 2021.
  9. Army of Two: Il 40º Giorno, su Multiplayer.it. URL consultato il 16 agosto 2021.
  10. Dante's Inferno for PlayStation 3 Reviews, su Metacritic. URL consultato il 30 maggio 2016.
  11. Dante's Inferno for PSP Reviews, su Metacritic. URL consultato il 23 settembre 2011.
  12. Dante's Inferno for Xbox 360 Reviews, su Metacritic. URL consultato il 30 maggio 2016.
  13. Chester, Nick, Review: Dante's Inferno (PS3, X360), su Destructoid, 5 febbraio 2010. URL consultato il 12 marzo 2010.
  14. Edge staff, Review: Dante's Inferno (PS3), in Edge, 5 febbraio 2010. URL consultato il 31 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2010).
  15. Gibson, Ellie, Dante's Inferno (X360), su Eurogamer, 3 febbraio 2010. URL consultato l'11 marzo 2010.
  16. Gifford, Kevin, Japan Review Check: MAG, Heavy Raid, Dante's Inferno, su 1UP.com, 10 febbraio 2010. URL consultato il 31 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2012).
  17. Marchiafava, Jeff, Dante's Inferno (PS3, X360): Hell Needs More Good Ideas, in Game Informer, n. 203, marzo 2010. URL consultato il 30 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2016).
  18. Costantino, Jesse, Dante's Inferno Review (PS3, X360), su gamerevolution.com, Game Revolution, 17 febbraio 2010. URL consultato il 31 maggio 2016 (archiviato il 1º ottobre 2014).
  19. Kim, Tae K., Dante's Inferno (PS3), in GamePro, 2 febbraio 2010. URL consultato il 12 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2010).
  20. McShea, Tom, Dante's Inferno Review (PS3, X360), su GameSpot, 5 febbraio 2010. URL consultato il 30 maggio 2016.
  21. Villoria, Gerald, GameSpy: Dante's Inferno (X360), su xbox360.gamespy.com, GameSpy, 10 febbraio 2010. URL consultato il 30 maggio 2016.
  22. Dante's Inferno Review (X360), su gametrailers.com, GameTrailers, 9 febbraio 2010. URL consultato il 30 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 12 settembre 2010).
  23. Lafferty, Michael, Dante's Inferno - 360 - Review, su gamezone.com, GameZone, 9 febbraio 2010. URL consultato il 31 maggio 2016 (archiviato il 12 febbraio 2010).
  24. Davis, Ryan, Dante's Inferno Review (X360), su giantbomb.com, Giant Bomb, 27 febbraio 2010. URL consultato il 31 maggio 2016.
  25. Haynes, Jeff, Dante's Inferno Review (PS3, X360), su IGN, 3 febbraio 2010. URL consultato il 30 maggio 2016.
  26. Wales, Matt, Dante's Inferno UK Review (PS3, X360), su IGN, 3 febbraio 2010. URL consultato il 30 maggio 2016.
  27. Gies, Arthur, Dante's Inferno Review (PSP), su IGN, 23 marzo 2010. URL consultato il 30 maggio 2016.
  28. Dante's Inferno, in Official Xbox Magazine, aprile 2010, p. 82.
  29. Review: Dante's Inferno (PS3), in PlayStation: The Official Magazine, n. 31, aprile 2010, p. 72.
  30. Review: Dante's Inferno (PSP), in PlayStation: The Official Magazine, n. 33, giugno 2010, p. 79.
  31. Cowen, Nick, Dante's Inferno video game review (PS3), in The Daily Telegraph, 18 febbraio 2010. URL consultato il 31 maggio 2016.
  32. Jones, Scott, Dante's Inferno (X360), in The A.V. Club, 15 febbraio 2010. URL consultato il 31 maggio 2016 (archiviato il 17 febbraio 2010).
  33. Mastrapa, Gus, Review: Dante's Inferno Commits Sin of Game Theft (PS3), in Wired, 9 febbraio 2010. URL consultato il 31 maggio 2016.
  34. Vota i migliori del 2010!, in Play Generation, n. 64, Edizioni Master, marzo 2011, p. 21, ISSN 1827-6105 (WC · ACNP).
  35. Dante's Inferno, in Play Generation, n. 70, Edizioni Master, settembre 2011, p. 78, ISSN 1827-6105 (WC · ACNP).

Bibliografia



Altri progetti



Collegamenti esterni


Portale PlayStation
Portale Videogiochi

На других языках


[de] Dante’s Inferno (Computerspiel)

Dante’s Inferno ist ein Action-Adventure, das von Electronic Arts als Computerspiel veröffentlicht und von Visceral Games (ehemals EA Redwood Shores) entwickelt wurde. Bei der PSP-Umsetzung arbeitete Visceral Games mit Artificial Mind and Movement zusammen.[1] In diesem Spiel übernimmt der Spieler die Kontrolle über den Kreuzritter Dante, den er aus der Third-Person-Perspektive bei seinem Abstieg in die 9 Kreise der Hölle begleitet. Das Spiel basiert auf dem ersten Buch von Dante Alighieris Göttliche Komödie, dem Inferno. Die Story des Spiels wurde von Will Rokos geschrieben, welcher auch schon für den Film Monster’s Ball tätig war. Benutzt wurde eine unbetitelte, eigenkreierte Engine aus dem Haus EA, mit der bereits die Spiele James Bond 007: Liebesgrüße aus Moskau, Der Pate und Dead Space entwickelt wurden.[2]

[en] Dante's Inferno (video game)

Dante's Inferno is a 2010 action-adventure game developed by Visceral Games and published by Electronic Arts. The game was released for PlayStation 3, Xbox 360, and PlayStation Portable in February 2010. The PlayStation Portable version was developed by Artificial Mind and Movement.

[es] Dante's Inferno (videojuego)

Dante's Inferno (en español El Infierno de Dante) es un videojuego de acción perteneciente al género secundario hack and slash desarrollado por Visceral Games y publicado por Electronic Arts para PlayStation 3, Xbox 360 (en la cual fue censurado por un año) y PlayStation Portable. Está basado en la primera parte de la Divina Comedia del poeta Dante Alighieri.[6] Narra la historia de Dante, un caballero Templario que tras volver de una sangrienta cruzada, descubre que su amada Beatriz ha muerto y debe de bajar hasta el infierno para salvar su alma de las manos de Lucifer.

[fr] Dante's Inferno

Dante's Inferno est un jeu vidéo de type beat em up développé par Visceral Games et édité par Electronic Arts. Ce jeu est disponible à partir de février 2010 sur PlayStation 3 et Xbox 360, puis sur PlayStation Portable.
- [it] Dante's Inferno (videogioco 2010)

[ru] Dante’s Inferno

Dante’s Inferno (с англ. — «Ад Данте») — видеоигра в жанре слэшер с элементами ролевой игры, была разработана компанией Visceral Games и издана компанией Electronic Arts. Игра представляет собой вольную трактовку одноимённой части эпической поэмы «Божественная комедия» Данте Алигьери. Видеоряд и сюжет создан по мотивам мультфильма «Ад Данте: Анимированный эпос» (2010).



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